C’erano già state avvisaglie con “Aero” e recentemente con “Amazonia”, tentativi forse incompiuti di ricercare qualcosa d’innovativo nella Musica Elettronica. Già questo sembra essere un ossimoro. Spingersi oltre, o forse meglio, insieme alla tecnologia sempre più veloce e velocemente: la Realtà Virtuale o Metaverso. I 74 anni del principesco Jarre sono a disposizione per ulteriori esplorazion,i non certo ad assestamenti o nostalgici riepiloghi, d’altronde non si è giganti per caso! “Come Vivaldi è stato grazie al violino, Fellini e Tarantino grazie ai fratelli Lumiere”, così Jean Michel si identifica nell’inseguimento della velocissima tecnologia più immersiva. “Oxymore” è dedicato al suo ispiratore Pierre Henry, “Oxymore” è neologismo sincratico di “Oxy” (dal suo Oxygene”) e “more” (di più), quindi ancora più ossigeno alla sua Musica! L’Optical Art di escheriana memoria è scelta a supportare l’esperienza visiva, già dalla copertina. Armarsi della migliore ed ultima attrezzatura diventa fondamentale per apprezzare i dettagli sonori (in multicanale!) di cui ha voluto immergerci questo straordinario artista, perché qui si tratta di una vera “esperienza uditiva”, insomma, quantomeno con delle buone cuffie! Si parte con i ticchettii ambient e la voce di Henry di “Agora” per introdurre la “title track” dell’album. Qui vi fa esplodere tutta la potenza comunicativa di questa vera esperienza musicale: un intreccio incredibile di pennellate alla Pollock magistralmente misurate tra sampler, sequencer e punteggiature percussive per firmare un quadro rappresentativo di un Universo sconosciuto e vorticoso. “Neon Lips” sembra una rielaborazione dei primissimi “studi” di Jarre quali “Erosmachine”, “La cage” o “Happiness is a sad song”. “Sonic land” è una vera apologia dello jarrismo: pad, violini, sampler ritmano all’interno di un ambiente industrial e crepuscolare. Nella bellissima “Animal Genesis” compare in modo più massiccio il sequencer che danza in una marcia ipnotica e cupa, quasi siderale. Con “Synthy Sisters” si torna alle sonorità di “Neon lips”. “Sex in the machine” ha un motivo “mantrico” che sostiene innumerevoli “pennellate sonore”. “Zeitgeist” sembra cavalcare lo spirito dei tempi, i nostri: voci ed informazioni che si intrecciano e confondono con un ritmo quasi dance. Con “Crystal garden” si torna ad un ambient sempre più asciutto e robotico. “Suoni selvaggi” introducono la giungla di “Brutalism” in cui innumerevoli versi animaleschi sembrano dialogare magistralmente. La tecno-ambient “Epica” è degna conclusione di questa fantastica opera musicale, di una musica che verrà, forse con tante incertezze sulla stessa ma non certo sul genio creativo di Jarre che ancora una volta ha centrato il bersaglio al suo ennesimo “esordio”! Best tracks: “Oxymore”, “Sonic land”, “Animal genesis”. 8/10