L’attesissimo nuovo album è uscito dopo 21 anni da “Up”. Il buon Peter ha sedimentato l’uscita per molti mesi facendoci ascoltare molti pezzi ivi contenuti anche attraverso un tour preprogrammato. Non sono mai stato un fan della sua musica ma non posso non riconoscerne lo spessore artistico ed il valore del personaggio sempre socialmente impegnato. Già l’equipe dei musicisti coinvolti lascia presagire ad un sound che non si discosterà dal passato, sono i suoi fidi: Tony Levin, David Rhodes e Manu Katchè, a cui si affiancano anche Brian Eno, Tom Cawley, Linnea Olsson e Paolo Fresu oltre alla New Blood Orchestra. La partenza è la cifra del disco pop che sostanzialmente è questo “i/o”, che mantiene anche le due sole lettere con cui firma da decenni i suoi album. “Panopticom” ha tutto per essere un brano vincente, refrain memorabile, arrangiamenti moderni ed impeccabili e la sua voce nel pieno della sua versatilità timbrica. “The court" è un pezzo molto più articolato ed in un certo senso complesso armonicamente. Un canto rap si mischia a controcanti in un contesto molto percussivo. “Playing for time” è un intimo inno alla “Here comes the food”, piano e orchestra di accompagno ma non ha certo la stessa forza e brillantezza. Anche “i/o” contiene gli ingredienti di una bella traccia d’annata e da canticchiare. Con “Four kinds of horses” si raggiungono vette più introspettive intorno ad un’atmosfera più cupa e misteriosa creata dall’intervento di Brian Eno ai sintetizzatori e ad arrangiamenti davvero sopraffini. “Road to joy” smorza le inquietudini precedenti e rimanda ai tempi di “Sledgehammer” con il lavoro chitarristico di David Rhodes in evidenza. Con l’intimistica “So much” rievoca le ballate piano e voce di Nick Cave. “Olive tree” rimanda agli eighties con tanti tromboni e sax. Di ben altra intensità invece “Love can heal”, vero gioello dell’album. Gabriel racconta con pathos sopra una bella ed ipnotica sequenza ai synth, voci celestiali e violini struggenti infieriscono incantevolmente. La percussiva “This is home” vuole sdrammatizzare con il suo ritmo afro. Tutt’altra atmosfera in “And still”, i rimandi sono alle sonorità anni ‘30 o ’40, forse quelli della madre a cui è dedicata la canzone. Orchestrazioni di altissima intensità e sequenze davvero coinvolgenti. La fine è affidata alla più solare “Live and let live”, un inno percussivo ancora dal sapore afro. Insomma il repertorio di Gabriel in questo disco c’è tutto ed è magistralmente prodotto e arrangiato, i testi sono quelli che sempre lo coinvolgono: il tempo, la mortalità, la giustizia, le trasformazioni, la comunicazione e l’ambiente, naturalmente. Un disco che non fa però gridare al sensazionale ma al risentito.
Best tracks: “Four kinds of horses”, “Love can heal”, “And still”. 7/10
THE PINNEAPPLE THIEF will release the new album "It leads to this" on 9th february 2024
THE PINNEAPPLE THIEF in tour:
Date in Italy: Milano, 07 marzo 2024, Alcatraz
HANS ZIMMER in tour:
Date in Italy: Torino, 10 marzo 2024, Auditorium del Lingotto Agnelli, Milano, 27 marzo 2024, Teatro Lirico Gaber. Bergamo, 30 marzo 2024, Teatro Sociale. Udine, 18 maggio 2024, Teatro Nuoco Giovanni. Roma, 26 maggio 2024, Auditorium Conciliazione