Dopo 8 anni di attesa finalmente il Principe dell’Elettronica arriva sul mercato con un nuovo lavoro da studio, e lo fa in grande stile, grandissimo. JMJ decide di rimettersi in gioco con 2 intenti precisi: farsi conoscere come vero e vecchio guru della specialità dagli utenti più commerciali dell’elettronica, ovvero quelli della discomusic, e trovare nuovi stimoli compositivi introducendo elementi diversi ed inesplorati. Per fare questo decide di avvalersi di illustrissime collaborazioni, artisti del settore che hanno contribuito a modellare ed evolvere l’Elettronica stessa. Ne esce un vero capolavoro! Un album che sintetizza (è proprio il caso di dire!) al meglio quanto finora ha saputo e potuto regalare questo genere alla Musica stessa nel corso di 40 anni (l’avvento del primo moog…). Con Boys Noize si parte e si decolla subito in uno spazio intergalattico e qui ci sono molte sonorità alla “Chronologie”, è “The time machine”. Con gli M83 recupera il cantato solenne ed ammiccante facendone un vero hit, è “Glory”. Con Vince Clarke si torna sulle sonorità spaziali ed ipnotiche ma con motivi melodici (parte 2) memorabili, è la suite di “Automatic”. Con Moby si torna a cantare, a gridare elettronicamente, è “Suns have gone”. C’è spazio anche per i Tangerine Dream, e qui sono riconoscibilissimi gli strumenti che li hanno resi celebri, moog in primis. Sono i paesaggi eterei di “Zero gravity”. Come si può far diventare sensuale l’Elettronica? Con la voce di Laurie Anderson. E’ “Rely on me”. Il padre della trance Armin Van Buuren sbarca con la sua astronave per farci fare un nuovo viaggio intergalattico, ma anche danzereccio, è “Stardust”. Il re delle colonne sonore dark-noir è coinvolto per il pezzo più inquietante, nel suo incedere lento e poi esplosivo, è “A question of blood”. Infine chiude “The train & the river”, il capolavoro. Addirittura il talento pianistico di Lang Lang è chiamato in causa per mixare i tasti d’avorio nel territorio forse più a lui antitetico, ma, come spesso accade, ne esce il pezzo più incredibile e coinvolgente. Si, in realtà ho dimenticato di citare anche le collaborazioni con Air, Pete Townsend, Massive Attack…ma troppa, tanta carne sul fuoco e tutta buona, gustosissima… forse perché il fuoco è elettronico o forse perché ai fornelli c’è sempre lui, l’unico ed inimitabile Jean Michel Jarre.
Best tracks: “The time machine”, “Automatic 2”, “Stardust”, “A question of blood”, “ “The train & the river”. 9/10